Il Consiglio Ecofin, ha decretato il 12 aprile 2024 come data per ratificare la direttiva Energy performance of buildings directive (EPBD) che poi sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale UE, ed entrare in vigore entro il ventesimo giorno dalla pubblicazione e gli Stati Membri avranno tempo 24 mesi per recepirlo.
I consulenti di Progetti Immobiliari in questo nuovo focus del nostro Blog provano a fare chiarezza rispetto a ciò che questo significa e comporterà.
EPBD: Energy performance of buildings directive
La discussa direttiva europea (Energy performance of buildings directive, Epbd) che vede al centro il tema della Casa Green è stata approvata dal Parlamento europeo a Strasburgo lo scorso 12 marzo in via definitiva e sarà soggetta a revisione entro il 2028.
CASA GREEN: COSA PREVEDE LA DIRETTIVA E LA SCADENZA 2030
Così come approvata la direttiva prevede vincoli meno stringenti, fermo restante l’obiettivo finale: la decarbonizzazione entro il 2050. Ogni Stato membro, infatti, dovrà presentare un piano di riduzione dei consumi, elencando su quali edifici porre il focus d’azione e in che modo raggiungere gli obiettivi contenuti nella direttiva. Il 55% della riduzione dei consumi energetici, perciò, dovrà essere raggiunta ristrutturando gli edifici con le prestazioni energetiche inferiori, circa il 43% degli immobili meno efficienti.
STIME PREVISTE
Secondo alcune stime, con l’approvazione della direttiva europea, nell’arco di pochi anni si dovranno riqualificati oltre 500mila edifici pubblici e circa 5 milioni edifici privati con le prestazioni più basse. Si calcola, quindi, che le ristrutturazioni coinvolgeranno il 15% degli immobili in classe F e G e, entro il 2033, il 26% degli edifici di classe energetica più bassa. Questo significa che il 43% degli immobili meno efficienti dovrà essere riqualificato.
DIRETTIVA EUROPEA CASE GREEN: QUALCHE DETTAGLIO
- Edifici residenziali non di nuova costruzione: i Paesi Membri dovranno adottare misure al fine di garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035;
- Edifici non residenziali: gli Stati Membri dovranno ristrutturare il 16% degli immobili con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi nazionali di prestazione energetica da rispettare per tutto il settore dell’edilizia;
- Nuovi edifici residenziali: dovranno essere a zero emissioni dal 2030;
- Nuovi edifici non residenziali: dovranno essere a zero emissioni dal 2028.
- Eliminazione graduale dei combustibili fossili dagli immobili entro il 2040.
CASE GREEN: SFIDA ITALIANA
Nel nostro Paese il Ministero dell’Ambiente è già al lavoro e da agosto 2023 ha attivato un tavolo con i Ministeri dell’Economia e delle Finanze, delle Infrastrutture, della Cultura, l’Enea e Invitalia per elaborare proposte concrete e condivise per il raggiungimento degli sfidanti obiettivi di efficienza energetica previsti dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC). Si è elaborato un quadro conoscitivo del parco immobiliare italiano tale da determinare in termini di quantità, tipologia e consumi energetici i più minuti dettagli, per effettuare le prime stime sul volume degli investimenti necessari al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla direttiva case green.
Il Ministero dell’Ambiente ha sottolineato quanto il tavolo stia elaborando misure per il processo di riqualificazione energetica degli edifici non scordando le esigenze di mobilitare maggiori risorse private grazie al ricorso di nuovi strumenti finanziari, come la promozione dei contratti di prestazione energetica (EPC) e la crescita di imprese per i servizi energetici (ESCO).
La conclusione del tavolo interministeriale è prevista nel maggio 2024 e si comprende che la nuova politica per l’efficientamento degli edifici avrà un impatto significativo per la crescita del settore delle costruzioni e dell’impiantistica e, in generale, su tutte le imprese di servizi energetici.
CASA GREEN: STIMA DEI COSTI
Cresme e Symbola hanno pubblicato un rapporto, ‘Valore dell’abitare’, promosso da Assimpredil Ance di Milano insieme a European Climate Foundation, secondo cui è stimato che per rendere green 3,2 milioni di immobili come previsto dalla direttiva europea, per la riduzione del 16% dei consumi energetici degli edifici residenziali entro il 2030, saranno necessari tra i 260 e i 320 miliardi di euro.
Il rapporto elaborato stima, perciò, in 3,2 milioni gli immobili interessati dall’abbattimento del 16% dei consumi energetici della direttiva europea sulle case green. In particolare saranno interessati 600mila immobili monofamiliari e 2,6 milioni di unità inserite nei condomini.
Naturalmente il tema degli incentivi sarà centrale, sarebbe impossibile farne a meno. Tuttavia, è richiesto un approccio più rigoroso di quello utilizzato dal superbonus: si introdurrano incentivi più circoscritti, con tempi più lunghi e con effetti misurabili in termini di performance – dei bonus 2024 Progetti Immobiliari ti ha già parlato qui –
Le stime messe a punto da Unimpresa prevedono una una spesa media per ciascun immobile di 35mila euro:
“La forchetta varia da 20.000 euro a 55.000 euro, ragion per cui si può stimare, in via prudenziale, una spesa complessiva a carico dei privati pari a 266,7 miliardi di euro nei prossimi 20 anni circa”.
Unimpresa
ANALISI CODACONS
Il Codacons ha commentato le misure varate dall’Unione Europea, sottolineando ulteriori stime. In una nota resa pubblica il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori sottolinea quanto segue:
“Gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici comportano un costo medio compreso tra i 35mila e i 60mila euro ad abitazione, e solo per la sostituzione della caldaia con un modello di nuova generazione la spesa può arrivare in Italia a 16mila euro” e ancora: “i lavori di riqualificazione più comuni e che interessano cappotto termico, infissi, caldaie e pannelli solari hanno costi molto diversificati a seconda della tipologia dei materiali scelti e dell’ubicazione territoriale degli edifici. Il cappotto termico, ad esempio, ha un costo medio compreso oggi tra i 180 e i 400 euro al metro quadrato, mentre per gli infissi la spesa varia in media da 10 a 15mila euro. Per una nuova caldaia a condensazione, considerata una abitazione da 100 mq, la spesa va dai 3mila agli 8mila euro, mentre per l’acquisto e l’installazione di una pompa di calore il costo oscilla tra i 6mila e i 16mila euro a seconda dell’impianto scelto. Per un impianto fotovoltaico da 3 kW la spesa da sostenere è di circa 7.500-10.500 euro, a seconda del tipo di pannelli fotovoltaici utilizzati”.
Codacons
Dunque, gli interventi previsti dalla direttiva in termini di interventi per la riqualificazione energetica potrebbero determinare nel medio termine effetti enormi sul mercato immobiliare, portando ad una svalutazione fino al 40% del valore degli immobili non oggetto di lavori di riqualificazione.
CONCLUSIONI
Nel nostro Paese – e non solo – nonostante la direttiva sia tesa verso una prospettiva di minor rigidità, la sua struttura resta altamente problematica, in particolare perché contiene solo riferimenti ad alcuni fondi, come Pnrr, fondi di coesione, fondo sociale per il clima, che appaiono come insufficienti e in buona parte vincolati.
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